Nella cucina della teoria del cinema

13 Feb , 2018 Film theories,Neurofilmology

Nella cucina della teoria del cinema

Nella sua Postfazione a Teorie del cinema. Il dibattito contemporaneo (Raffaello Cortina Editore, 2017, 408pp.), Francesco Casetti usa un’immagine molto efficace per descrivere l’evoluzione storica e lo stato attuale delle teorie del cinema: una gustosissima torta a quattro strati. Quattro strati – “teorie”, teorie classiche, Grand-Theory, post-theory – che, per quanto distesi uno sopra l’altro, non sono da intendere come fasi diacroniche di una sostituzione progressiva, bensì come sedimentazioni sincronicamente presenti e attive. Gustare una fetta di torta oggi significa prendere tutt’e quattro le farciture assieme (magari distinguendo e apprezzando i diversi sapori). Il problema è capire se questa torta composita è una prelibatezza che segna la nuova vita della teoria del cinema oppure un “mappazzone” che ne decreta fatalmente il declino. Se pensiamo a cosa è accaduto a partire dalla metà degli anni Novanta (quando cioè la post-theory ha cominciato a essere lo strato più richiesto della torta) dovremmo parlare di destrutturazione. Proprio come in pasticceria (e più in generale in cucina), le ricette tradizionali hanno cominciato a essere rivisitate e i diversi ingredienti del dolce a essere proposti in una struttura diversa, se non persino separatamente, lasciando a chi l’ha ordinato il compito di ricomporli direttamente nell’atto stesso del gustarli. Per descrivere lo stato attuale delle teorie del cinema (approssimativamente gli ultimi vent’anni) potremmo restare in pasticceria e mantenere la metafora della torta, stavolta però montandola su una di quelle strutture a più alzate, tipiche delle feste che seguono le celebrazioni importanti – in particolare, non a caso, i matrimoni. Non a caso perché in fondo si tratta di descrivere alcuni sodalizi, almeno tre, tutti molto appassionati, spesso tormentati. La questione della (impossibile, possibile, consigliabile o necessaria) sopravvivenza della teoria del cinema va letta infatti come il segnale di un fenomeno più profondo: alla fine degli anni Novanta la teoria del cinema cambia pelle e si riconfigura come pratica di dialogo tra specialisti del cinema e studiosi di altre aree.

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