TRAME. La moda tra narrazioni audiovisive e media digitali

22 May , 2020 Conferences,Fashion

TRAME. La moda tra narrazioni  audiovisive e media digitali

 

 

La moda in quanto industria culturale occupa un ruolo centrale e strategico nell’ecosistema mediale contemporaneo. La giornata di studi TRAME. La moda tra narrazioni audiovisive e media digitali si propone di discutere criticamente alcuni aspetti del rapporto di sinergia e di scambio reciproco tra la moda e le forme audiovisive della narrazione, in particolare il cinema e la serialità televisva. Nella discussione rientreranno anche gli effetti della spinta innovativa impressa dalla moda al settore della comunicazione mediale, soprattutto con l’affermazione dei social network e di nuove figure professionali, come l’influencer, che stanno rivoluzionando le dinamiche classiche del giornalismo di moda.

La giornata si svolgerà mercoledì 3 giugno 2020 dalle ore 10 alle ore 17 tramite la piattaforma Zoom e si inserisce nel ciclo “Storie di Architettura e Design” promosso dal Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

 

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE 

L’evento si svolgerà tramite la piattaforma di videoconferenza Zoom. È possibile scaricare gratuitamente l’applicazione per computer e dispositivi mobili alla pagina https://zoom.us/download.

Gli utenti esterni all’Università Vanvitelli possono partecipare alla giornata registrandosi online entro il 31 maggio 2020.

PROGRAMMA 


1. SCAMBI. Moda e narrazioni audiovisive

ore 10-13

CATERINA CUCINOTTA
Universidade Nova de Lisboa
Pellicola, tela, tessuto. Estetica dei materiali nel cinema

L’intervento vuole mettere in relazione le similitudini tra il cinema e la moda attraverso il concetto di “materialità”. Nel suo incrocio con i fashion studies, la materialità cinematografica acquisisce aspetti altamente suggestivi non ancora esplorati dal punto di vista delle affinità tra i due ambiti. Se la moda esiste essenzialmente attraverso il tessuto e le trame, il cinema esiste attraverso la pellicola proiettata su una tela, in un certo senso anch’essa tessuto. Concetti come tessitura, grana, involucro, ornamento e ricamo, applicati alla moda e alle sue tecniche riescono ad interagire con un cinema inteso come “faccenda sartoriale”. Esempi di cinema non commerciale ci pongono davanti a processi diversi e trasversali sia alla moda che al costume, dandoci idee creative delle loro rappresentazioni.


TERESA BIONDI
Università degli Studi di Torino
Lo stilista costumista. Armani e il cinema

Parlare di Moda Armani significa parlare di destrutturazione delle forme allo scopo di “costruire nuove architetture di moda” che ibridano il genere per annullarne il senso sessista, modellando i corpi di uomini e donne (e divi e dive) con abiti che consentono di esprimere liberamente l’identità culturale (prospettiva sociale) e personale (vita intima e aspetti psicologici). Queste “nuove architetture”, prestate, riproposte e importate in American Gigolo (1980), Miami Vice (1984-1989) e Working Girl (1988), grazie all’arte del più grande maestro stilista-costumista della storia del cinema esprimono a loro volta significati ancor più complessi poiché antropomorfizzati, resi proiezioni esterne della psicologia dei personaggi e segni narrativi del loro complesso mondo sociale legato al power dressing.


MARTA MARTINA
Sapienza Università di Roma
Moda di serie (tv). Lo stile criminale dei Peaky Blinders

AbstractCom’è cambiata l’iconografia del criminale? Quanto c’è di canonico e quanto c’è di originale nella creazione dei costumi dei Peaky Blinders? La serie inglese, una delle più interessanti tra le contemporanee, ci permetterà di mettere in evidenza come la costruzione di uno stile nelle narrazioni audiovisive sia legato a momenti iconici, gesti reiterati, abiti densi di significato. Un remix che gioca al di là del principio di verosimiglianza e che mette in scena, anche grazie alla colonna sonora, un’estetica fatta per esondare i confini dello schermo (piccolo o grande che sia) e arrivare nella vita quotidiana. All’origine della tendenza.


FEDERICO PIEROTTI
ELEONORA SFORZI
Università degli Studi di Firenze
Il fashion film: un genere intermediale

Posto al crocevia tra fashion studies, media studies e screen studies, il fashion film offre un punto di osservazione privilegiato per studiare i rapporti tra moda, media e cultura visuale. La sua capacità di ibridare diversi immaginari, pratiche mediali e tecniche culturali ne fa un genere intermediale stratificato, che ci proponiamo di indagare a partire da due degli approcci della media archaeology evidenziati da Wanda Strauven: the old in the new e the new in the old.


Modera
ADRIANO D’ALOIA
Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”


2. INFLUENZE. Moda e media digitali

ore 14.30-17

GIULIA ROSSI
IED Istituto Europeo del Design
L’evoluzione della specie. Giornalisti, blogger, influencer

Una riflessione a partire dai grandi cambiamenti vissuti dall’editoria di moda dopo la digital revolution e le difficoltà a ridefinire compiutamente mestieri e competenze di un mondo in costante trasformazione. Prendendo a prestito il noto esempio dell’ornitorinco di Umberto Eco, verrà creato un parallelo con le nuove professioni della moda, sottolineando gli aspetti critici del passaggio da oggetti conosciuti (media e giornali su carta) in oggetti da definire come la stampa digitale.


DARIO CECCHI
Sapienza Università di Roma
Il fascino (in)discreto dell’influencer. Instagram e la “post-diva”

La diva del glamour, per dirla con Walter Benjamin, costruisce la’“aura” su unicità e distanza. L’influencer sembra realizzare una compiuta identificazione della propria immagine con un repertorio di stereotipi: il corpo che espone volentieri, ammiccando spesso al linguaggio del porno soft o ai cliché della vita domestica, è integralmente brandizzato o protesizzato in base a un’ideale “mediana” del gusto. Questa immagine è un “idillio”, nel senso etimologico di una “immaginetta paesaggistica”, che contraddice la logica che ci aspetteremmo dal rapporto influencer/follower: emerge un modello di bellezza che neutralizza ogni futura riduzione al kitsch in quanto toglie all’immagine qualsiasi autenticità.


GERALDINA ROBERTI
Università degli Studi dell’Aquila
Il favoloso mondo dei virtual influencer. Lil Miquela e i suoi amici

Nello scenario mediale contemporaneo, gli esperti di marketing hanno individuato negli influencer delle figure in grado di promuovere efficacemente marche e beni, indirizzando l’interesse dei consumatori verso specifici brand o nuovi prodotti. In un simile contesto ha fatto la sua comparsa recentemente una nuova tipologia di influencer, il virtual influencer, ovvero una celebrità online non umana creata da artisti specializzati nel digitale. Tra i virtual influencer di maggior successo il caso più noto è quello di lilmiquela, un personaggio virtuale che può contare oggi su oltre 2 milioni di follower. L’intervento proposto per il seminario si concentrerà sull’analisi di queste figure, così da evidenziarne peculiarità e caratteristiche principali.


Modera
MARCO PEDRONI
Università eCampus

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